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La memoria delle piante: caratteristiche e gestione delle principali essenze usate nell’intreccio

L’utilizzo del legno per intrecci o costruzioni prevede la gestione della materia prima da parte dell’artigiano a partire dalla coltivazione e/o mantenimento delle piante utili alla realizzazione di strutture lignee e manufatti intrecciati. È necessario conoscere le varie piante e le loro necessità in quanto a potature, diradamenti, tempistiche ideali per gli interventi, etc. in modo da assicurasi una produzione di materiale di qualità che sia costante nel tempo. L’artigiano sa esattamente quando e come potare, anche se non ne conosce le ragioni “botaniche”. La sua è una conoscenza pratica, dettata da generazioni di tentativi, fallimenti e riuscite.

Andrea Maroè, agronomo, docente certificato in Arboricoltura Ornamentale, ci spiega come raccogliere il materiale nel modo ottimale.

Antonio Codromaz, artigiano di Codromaz, Prepotto, ci accompagna nel bosco alla ricerca dei legni migliori per intrecciare cesti, gerle e pareti.

Nocciolo

Il nocciolo (Corylus avellana) è un arbusto ben conosciuto per i suoi frutti, e rappresenta il legno privilegiato per l’intreccio nella nell’area pedemontana e montana. I polloni (rami che si sviluppano direttamente sul tronco o ai piedi dell’albero) vengono regolarmente tagliati per procurarsi rami giovani allo sesso tempo flessibili e resistenti. Gli artigiani conoscono i luoghi dove si trovano le piante che grazie a condizioni di luce specifiche formano polloni dritti senza rami e senza nodi, e vi si recano regolarmente. Da questi polloni si possono ricavare fascette utilizzate per intrecciare cesti e gerle. I polloni più sottili possono essere intrecciati direttamente e rappresentano il materiale maggiormente utilizzato nell’intreccio di strutture, grazie proprio alla loro resistenza e flessibilità.

PREPARAZIONE e UTILIZZO

Le fascette di nocciolo vanno ottenute dai polloni recisi quando questi sono ancora freschi. Si sbuccia il pollone, dal diametro regolare e senza ramificazioni. Con un coltello si fa un’incisione trasversale a circa 10 cm da un’estremità, dello spessore di cui si vuole ottenere la fascetta. Tenendo il bastone con entrambe le mani, una da ogni lato dell’incisione, si appoggia il ginocchio dal lato opposto dell’incisione e si flette il pollone tirando verso di sé. La curvatura fa staccare, dal punto dell’incisione, l’inizio della fascetta: spostando man mano le mani e il ginocchio e continuando a curvare il pollone, si segue il distaccamento della fascetta fino alla fine. L’operazione può essere ripetuta sullo stesso pollone concludendo tutta la circonferenza del legno e passando poi, se lo spessore lo consente, agli strati più interni, finché non è più possibile la flessione. Le fascette vanno rese regolari, ripulite e lisciate con una lama. Poi possono essere utilizzate fresche, oppure messe a seccare, raccolte in fasci o arrotolate su se stesse, in un luogo asciutto e ben areato.

I polloni più sottili, seccati e poi messi ammollo per circa una settimana (finchè ritornano completamente flessibili) possono essere utilizzati interi oppure spaccati a metà. Per le pieghe più strette è necessario torcendoli su se stessi facendoli flessibili tipo corde.

CASTAGNO

Il castagno (Castanea sativa) è un albero caducifoglie che cresce in climi temperati, freschi e mediamente umidi tipici dell’area submontana. I suoi frutti un tempo costituivano un alimento base e merce di scambio per popolazioni rurali dell’area collinare e montana. Il legno forte e durevole, ma non molto pregiato, viene utilizzato per manici e per la trama dei panieri. Ridotto in strisce, per l’intrecciatura di cestoni. I polloni venivano utilizzati nella costruzione di graticciate di contenimento degli smottamenti. È il legno principalmente utilizzato nell’architettura rurale nella zona grazie alla sua estrema resistenza.

PREPARAZIONE e UTILIZZO

I polloni sottili possono essere messi a seccare, in un posto asciutto e areato, interi o già spaccati a metà (incidendo a metà la parte più spessa del bacchetto e muovendo poi la lama da un lato e dall’altro, in modo che con la leva della lama le due metà si allontanino spaccandosi da sole, e percorrerlo così fino alla fine).
I listelli di castagno possono essere preparati “sfogliando” il pollone (vedi la preparazione delle fettucce di nocciolo), oppure con appositi attrezzi.
Dai polloni grossi, con diametro di 5-7 cm, si possono ricavare lamine. Inizialmente si spacca in due l’intero pollone, poi vengono “affettate” lamine successive partendo parallelamente dal centro. Le lamine ottenute, che possono anche essere lunghe più di un metro e mezzo, vengono poi rese uniformi e lisce con l’aiuto di una piana.
I polloni più sottili possono essere intrecciati interi o spaccati a metà, direttamente da freschi (nel seccarsi non ritirano molto) oppure seccati e poi ammollati (è necessaria almeno una settimana di ammollo per quelli interi, mentre se sono stati seccati già spaccati a metà il tempo è minore). Il materiale spaccato a metà si ammolla più velocemente ma si secca anche più velocemente, dunque può essere necessario bagnarlo durante l’intreccio. La buccia dei getti giovani presenta un colore marrone scuro con caratteristici puntini chiari.
I listelli di castagno secchi vanno messi in ammollo per l’utilizzo, ed il tempo varia a seconda dello spessore.

SALICE

saliceEsistono vari tipi di salice, che vengono utilizzati per dare diverse sfumature di colore ai manufatti. È una pianta che cresce preferibilmente in luoghi umidi, lungo i fiumi,  ai bordi di stagni e laghi.
La sua domesticazione da parte dell’uomo risale a tempi antichissimi: è una pianta molto presente nell’ambiente contadino, utilizzato per legare viti e fare intrecci e per sostenere il bordo dei fossi. È l’essenza maggiormente utilizzata nella lavorazione a intreccio nell’area friulana, ad esclusione della zona montana.

PREPARAZIONE e UTILIZZO

salice2I salici capitozzati, tipici del paesaggio contadino e spesso coltivati vicino alle vigne, si potano ogni anno, recidendo i ributti alla base e lasciando pulita la parte vecchia e legnosa. I ributti dei salici che si trovano vicino ai fiumi vengono recisi alla base, vicino a terra.
Raccolti i rami, si selezionano dividendoli per dimensione e legandoli in mazzi. I mazzi pronti vanno fatti seccare in un luogo asciutto e ventilato possibilmente in piedi, non al sole. Se si utilizzano i rami freschi, seccandosi perdono volume e l’intreccio risulterà poco solido.
Una volta che il materiale si è seccato bene, per essere utilizzato deve essere messo in ammollo.
Il salice secco con la buccia deve essere sommerso completamente in acqua, affinchè ritorni flessibile, per circa una settimana (i tempi cambiano in base alla temperatura, allo spessore e al tipo di materiale). L’acqua calda accelera l’operazione.

CORNIOLO

cornioloIl corniolo (Cornus mas) è un piccolo albero o arbusto, a crescita non molto rapida, che cresce lungo le rive , nelle radure, ai margini dei boschi di latifoglie della regione submontana, fino a 750 m. su terreno preferibilmente calcareo, infatti lo si trova in zone rocciose dove c’è poca terra. In febbraio-marzo, sui rami ancora nudi compaiono i fiori gialli. Il suffisso latino mas = maschile sembra riferirsi al legno particolarmente duro (i greci ed i romani ne ricavavano le aste per le lance), ancora oggi il legno duro (il più duro presente in Europa) viene utilizzato tra l’altro anche per la produzione di svariati utensili come scale, forche, rastrelli, manici di vanga, raggi di ruote: praticamente dappertutto dove necessita un legno robusto e duro.

PREPARAZIONE e UTILIZZO

corniolo2Nella nostre zona il corniolo è utilizzato principalmente per l’armatura di cesti e gerle, i denti dei rastrelli, i manici di vari utensili e dei cesti stessi. il periodo migliore per la raccolta del salice è quello invernale, quando il ciclo vegetativo delle piante è fermo, in luna calante, per non rovinare la pianta e per evitare che il legno tarli.
Per i manici si selezionano i rami dritti senza nodi e si flettono ancora freschi legandoli con una corda per dargli la forma curva. Il manico si seccherà ed acquisirà così la forma desiderata.

I polloni più sottili, seccati e poi messi ammollo per circa una settimana (finchè ritornano completamente flessibili) possono essere utilizzati interi oppure spaccati a metà. Per le pieghe più strette è necessario torcendoli su se stessi facendoli flessibili tipo corde.

OLMO

olmoL’olmo (ulmus) è un albero che può raggiungere i 20-25 m d’altezza. In Italia è presente quasi ovunque, e cresce come arbusto spesso anche ai bordi delle strade. I rametti mostrano sulla corteccia caratteristiche striature. L’olmo è facilmente riconoscibile in primavera, poichè sui suoi rami appaiano ancor prima delle foglie i frutti. Si presentano come coriandoli verde chiaro con un seme al centro, ottimi anche da mangiare.

PREPARAZIONE e UTILIZZO

L’olmo offre rami flessibili e legnosi per la creazione di cesti robusti e resistenti. I ributti che crescono spesso in cespuglietti nelle vicinanze di una pianta più grande sono materiale ottimo da utilizzare per l’intreccio. Il periodo migliore di raccolta è l’inverno, a ciclo vegetativo fermo. Vengono recisi alla base i polloni dritti e senza ramificazioni, che ributteranno l’anno successivo, oppure si recidono i rami utilizzabili da un tronco più vecchio. L’olmo è un materiale piuttosto legnoso, dunque seccandosi il suo volume si riduce in maniera minore rispetto ad altri materiali. Per questo motivo si può utilizzare bene anche da fresco.
In alcune zone d’Italia l’olmo viene utilizzato intrecciare cesti. In Friuli è principalmente utilizzato per i manici dei cesti.